mercoledì 24 luglio 2013

Cyberclinik Ending

Cyberclinik - Parte 4

Tutto il pomeriggio chiuso in studio. Stanco. Caldo, troppo caldo. Finestre spalancate. Non voglio farmi vedere da nessuno. La segretaria. Le ho fatto cancellare tutti gli appuntamenti. Le ho detto di andare via. Di avvisare mia moglie che non tornerò a casa. Dormo qui. Perché mi guardava strano? Cos'ho? Mi prude sotto la garza. Stupidi cerotti spray eVolve. È il sudore, sono troppo caldi. Torneremo a quelli della BioTech, devo segnarlo che non vanno bene. Mi tolgo la camicia. Continuo a sudare. Mi tolgo tutto, ma fa ancora troppo caldo. Vorrei togliermi la pelle, ma fa male. Altro sangue nel lavello. Sento dei rumori dietro di me. È Stoklos, per l'appuntamento. Mi guarda con un sorriso malizioso, sono nudo. Mi fa uscire dal bagno e mi fa sdraiare sul lettino. È fresco. Mi faccio trasportare dal contatto. Chiudo gli occhi e quando li riapro la vedo. Formosa e ornata di pelle nera lucida. Mi sforzo per sorriderle. Mi guarda strana anche lei. Perché fate tutti quella faccia? Tiene la frusta in bocca e mi mette addosso i costrittori. Sembra tesa. Il lettino si sta scaldando, basta calore. Non ce la faccio più, mi devo alzare. Sono bloccato dai costrittori. Stoklos? Perché sei al telefono? Devo fermarla, trama contro di me. I costrittori sembrano deboli, forse mi basta tirare un po'. Il cavo si spezza. Mi alzo e lei usa la frusta. La ferita brucia, calda. Basta! Urlo. Stoklos ha paura. Vedo l'urina per terra, sotto gli stivali. Stoklos finisce a terra. Batte la testa, la mordo. L'odore del sangue è favoloso. Sento un richiamo, silenzioso. 12B, arrivo.
Sono veloce nei corridoi vuoti. Notte. Nessuno mi guarda strano. Il guardiano in cabina è immobile, mi guarda, altri pantaloni bagnati. Premo il tasto. Ronzio dalle porte. Corro. 12B. È già in piedi, senza costrittore. Mi aspettava. È felice. Rumori fuori. Mi guarda. Dobbiamo liberare i nostri compagni. Corriamo fuori e un tuono fa cadere 12B. Non si muove più, non parla più con me. Mi giro, O'Donnel: ricarica. Urlo. Un altro tuono. La mia mano sinistra, non c'è più! Dov'è? Eccola, frammenti volano. Ricarica per la seconda e ultima volta. Gli amplificatori di riflessi scattano e vedo il mondo rallentare.