giovedì 28 febbraio 2013

Il pulitore

L'odore dell'acciao - Parte 1

La notte di una città perduta è l'anticamera della fine e nonostante Kent lo sapesse perfettamente, sedeva di fronte alla morte in persona.
Non erano tanti che potevano permettersi di sedere su quella sedia e non per via di qualche strana caratteristica della stessa o di privilegio da guadagnare, era l'ambiente che rendeva difficile per una persona stare lì. Era uno di quei grossi bagni pubblici completi di docce, vasche e spogliatoi, all'interno di un vecchio edificio semi abbandonato, appena fuori dal centro. La grossa stanza era stata riadattata anni prima a sala delle pulizie: sia le piastrelle bianche e verdi che la rivestivano, sia le griglie di scolo lungo il perimetro, la rendevano ideale per quella destinazione d'uso.
Kent non voleva vedere la morte all'opera di fronte a lui, allora lasciò andare la testa all'indietro e chiuse gli occhi, mentre il pulitore si preparava ad uccidere con una pistola da bestiame ad aria compressa un pusher legato dentro la vasca. Incapace di reggere la tensione che si accumulava in quella stanza mentre il sibilo dell'aria caricava il colpo, Kent si mise a parlare con il pulitore. Non era la prima volta che succedeva e come tutte le altre volte non si aspettava una risposta dal pulitore; a volte dubitava addirittura che capisse la sua lingua o che fosse in grado di parlare. Ascoltava in modo così paziente le lamentele e i rammarichi di una vita onesta buttata nel cesso da aver guadagnato il ruolo di confessore nella vita di Kent. In un certo senso si prendeva carico dei suoi peccati e li faceva scomparire, che fosse un cadavere o il senso di colpa ad averlo portato lì per quel trattamento.
«Sai a cosa penso quando mi siedo qui?», la pistola sparò con un colpo secco, «al mio vecchio lavoro, se non ci pensassi non sarei capace di rimanere in questa stanza senza vomitare.»
Kent sbirciò per un istante il pulitore, che aveva impugnato un segaossa e stava per tagliare il primo arto del cadavere. Si rimise a parlare per coprirne il suono.
«Ti ricordi cosa facevo prima che cominciassi a lavorare per il Signor Tork?... dai, non è la prima volta che te lo dico... ero al controllo qualità in quell'enorme forgia fuori città... nella zona industriale, prima della crisi. Fresavo l'acciaio dai pezzi grezzi perché gli enti di controllo potessero punzonarci sopra i marchi per i provini... poi li lavoravo e li preparavo per i test meccanici... ma l'odore, quello della fresatura... ti restava addosso per giorni... e sai perché ci penso?»
Ci fu un momento di silenzio e Kent riaprì gli occhi per vedere come proseguiva il lavoro. Vide il pulitore che era nell'intento di aprire una tanica di acido. Come il tappo volò via lui chiuse di nuovo gli occhi.
«Somiglia a quello del sangue, per via del ferro... mi fa pensare a quell'odore... quando non ero intrappolato in questo mondo di merda... quando avevo un vero lavoro... a volte non so come faccio ad andare avanti... se non fosse per—»
I passi del pulitore lo interruppero. Era arrivato il momento del pagamento. Kent si alzò dalla sedia e, mentre il corpo del pusher fumava e si corrodeva nella vasca, lo seguì nella stanzetta adiacente dove teneva la contabilità. Entrò che il pulitore si era tolto solo i guanti; tutto il resto della sua divisa di lavoro ‒ un misto tra un medico e un macellaio, che non lasciava nulla scoperto ‒ era ancora addosso.
Stava contando con molta calma il compenso che doveva consegnare per il lavoro effettuato. I soldi erano del Signor Tork, ma il pulitore godeva di uno status di tale affidabilità ed efficienza da essere diventato un'istituzione fondamentale per il sottobosco criminale che aveva preso possesso della città da quando la crisi finanziaria aveva messo in ginocchio le attività pulite. Kent pensava a che strano scherzo del destino era andato incontro: prima lavorava con gli enti di controllo che marchiavano i pezzi forgiati e ora lavorava con un ente di controllo completamente differente, dato ricevere quei soldi voleva dire che il lavoro era stato effettuato ad hoc e che poteva andarsene.
Prese i 100 dollari, salutò il pulitore e uscì dal suo ufficio con sollievo. Imboccò una serie di corridoi che conosceva a memoria sotto gli occhi delle guardie e uscì da una porta laterale in un vicolo, dove lo aspettavano Bob e la sua vecchia Chevrolet.