martedì 30 aprile 2013

Doppio gioco

Cinical: Dialogue test - Part 3

Maurice dall'altro capo del telefono non rispondeva, sentivo solo il rumore del motore della sua auto rallentare fino a fermarsi.
«Ti prego dimmi che stai scherzando.»
Lo lasciai ascoltare il silenzio per un po'.
«Cazzo, l'unica pista decente...»
«Tu invece, cos'hai scoperto a Panama?»
«I mandanti non sono saltati fuori, almeno niente su cui possa puntare con la sicurezza di vincere, ma riguardo agli esecutori sì. Indovina chi sono?»
«Thailandesi?»
«Hai vinto una bambolina.»
«Impossibile. Senti, abbiamo un sicario thai che ha—», da fuori sentii la voce di Villaruz che si stava lamentando di qualcosa, «aspetta un secondo.»
Abbassai il cellulare e guardai verso l'ingresso dell'appartamento. Villaruz stava entrando.
«Se mi dava il tempo le avrei aperto la porta io, me la ripaga lei questa?»
«Aspetti fuori per favore.»
«Un secondo, ho due paroline da dire a Rodrígez.»
Cercai di fermarlo, ma riuscì a sbirciare dietro l'angolo. Divenne bianco come un foglio di carta e cadde seduto a terra senza articolare più una parola sensata. Villaruz non sarebbe stato un problema per un po' e tornai a parlare con Maurice.
«Dicevo, abbiamo un sicario thai che mi ha preceduto e ha avuto anche il disturbo di lasciare una firma per qualcuno. Non ha senso, te ne rendi conto?»
«Ne ha se questo vuol dire casino in vista.»
«E se invece fosse più complicato di come lo vediamo noi?»
«Rasoio di Occam... e poi non metterei in discussione il mio informatore.»
«D'accordo. Mettiamo caso che siano stati davvero i thai. Mi viene da pensare che qualcuno deve aver cercato di fregarli o qualcosa del genere e loro hanno risposto, altrimenti non capirei la firma.»
«Ma hai capito che ruolo ha Rodrígez nella rapina?»
«No.»
«Allora dacci sotto e cerca di scoprirlo. Ti raggiungo lo stesso?»
«Io do un'occhiata nell'appartamento e tu cerca un po' di info sulla mala thai in zona, dobbiamo farci un'idea su chi sono e dove operano. Abbiamo il vantaggio che non sanno che stiamo sulle loro tracce.»
«Muoviti con cautela.»
«Anche tu.»
Chiusi la comunicazione e guardai in che stato era Villaruz. Gli sarebbe servito ancora un po' per riprendersi. Meglio così.
Stando attento a non calpestare il sangue a terra diedi un'occhiata alla sala dell'appartamento. Feci il giro della stanza osservando ogni dettaglio. La prima cosa che mi saltò all'occhio e che tutto era al suo posto, non c'erano segni di colluttazione. Probabilmente Rodrígez conosceva il suo assassino e questo confermava l'ipotesi che lui fosse in accordo con i thai. Inoltre mi faceva capire che qualcosa doveva essere andato storto; capire cosa in particolare era la prossima domanda e con essa il ruolo che Rodrígez aveva avuto in tutta questa faccenda. Perché ucciderlo, lasciarlo lì con la firma di un sicario thai? Mi preparai a dare un'occhiata in cucina e sulla via andai a chiudere la porta dell'appartamento. In quel momento realizzai una cosa.
Com'era possibile che la porta fosse chiusa dall'interno? Il thai era salito, aveva ucciso Rodrígez e poi da dove era uscito? Mi guardai attorno con occhi diversi, ripresi la pistola in mano e mi diressi verso la cucina per scoprire che la portafinestra sul piccolo balconcino era aperta. Corsi fuori e guardai in alto e in basso. Poteva essere andato sul tetto o poteva essere sceso, ma non c'era alcun indizio che potesse dirmi qualcosa di più. Rientrai e vidi dietro di me uno spiraglio di luce uscire dalla porta del bagno, lasciata socchiusa. Ci sbirciai dentro, non vidi nessuno e spalancai la porta.
Il bagno era piccolo e tenuto parecchio male. Lo scarico del gabinetto a parete era smontato, accanto c'era un graffito a pennarello diretto ad Ortega ‒ il capo di una grossa banda organizzata di Panama ‒ e quattro sacchetti per il sottovuoto bagnati erano buttati sul pavimento. Osservai l'interno dello scarico. Non era stato toccato e questo spiegava perché le borse fossero bagnate: dovevano essere state nascoste lì dentro e cominciavo a farmi un'idea su cosa potessero contenere e che ruolo avesse avuto il nostro amico sgozzato. Il messaggio lasciato sulla parete confermava ulteriormente la mia ipotesi, però il fatto che fosse interrotto su un lungo insulto nei confronti di Ortega mi fece capire di essere stato un cretino. Avrei potuto beccare il thai in flagrante se fossi entrato nell'appartamento abbattendo immediatamente la porta. Invece avevo bussato e atteso un po' prima, dando così il tempo di dileguarsi all'assassino. Mi feci una nota mentale che non avrei rifatto lo stesso errore.
Dovevo aggiornare Maurice; le nuove risposte portavano a nuove domande e, per quanto la soffiata fosse stata valida e il premio fosse allettante, questo diventava sempre più un lavoro che avremmo dovuto evitare. Lo stavo chiamando quando sentiii bussare alla porta. Che cazzo di tempismo.
Chiusi la chiamata e guardai verso l'ingresso. Villaruz si stava riprendendo, risvegliato dal bussare, ma faceva ancora difficoltà a connettere a pieno. La porta era già stata sfondata una volta e non ci sarebbe voluto molto che se ne sarebbero accorti. Mi fiondai verso il balconcino. La porta venne abbattuta e scavalcai la ringhiera ancora indeciso se salire sul tetto o scendere a terra. Un vociare confuso e diverse imprecazioni si fecero strada fuori dalla portafinestra mentre oscillavo appeso con le mani al pavimento del balconcino per assicurarmi di cadere su quello sottostante. Mi lasciai cadere sbagliando la traiettoria e centrai il corrimano sottostante invece del pavimento; le gambe scivolarono fuori verso il vuoto e con le braccia riuscii ad appendermi alla ringhiera. Qualche secondo dopo ero riuscito a recuperare stabilità e mi stavo mettendo in salvo oltre la balaustra. L'appartamento di quel piano sembrava vuoto e avrei voluto approfittare di qualche attimo per riposare le braccia e far calare l'adrenalina, ma con Villaruz che poteva riprendersi da un momento all'altro era meglio non farsi trovare nei dintorni quando sarebbe successo. La portafinestra dell'appartamento del secondo piano era chiusa, quindi mi toccava ripetere la stessa discesa di prima.
Arrivai a terra senza gli stessi problemi di equilibrio del primo balcone, ma le mie caviglie non furono entusiaste quanto me di avercela fatta.
Zoppicando leggermente mi diressi verso l'auto. Quando raggiunsi l'angolo del palazzo vidi due grossi fuoristrada Mercedes davanti all'ingresso del palazzo con un paio di uomini a fare da guardia. Probabilmente uomini di Ortega, anche se non c'era alcuna arma in vista. Mi mossi verso l'auto dall'altra parte della strada cercando di dare meno nell'occhio quando il cellulare cominciò a suonare. Era Maurice. Spensi il telefono e con la coda dell'occhio guardai verso gli Ortega. Sembravano non avermi notato lo stesso. Raggiunsi la mia Nissan e annotai mentalmente le targhe dei due fuoristrada, poi accesi il motore e mi allontanai di lì lanciando un bel sospiro di sollievo.
Mi fermai qualche chilometro dopo ad una tavola calda per riaccendere il cellulare, segnare le targhe prima che fosse tardi e chiamare Maurice.
«Che era successo prima?»
«Era un momentaccio, stavano per beccarmi.»
«Ah, allora sei riuscito a trovare il thai?»
«No, poi ti spiego, comunque ho capito che ruolo aveva di Rodrígez.»
«Spara.»
«Rodrígez teneva i soldi del colpo e lavorava per i Thai, ma indovina un po'?»
«Doppio gioco?»
«Esatto, e indovina per chi?»
«Non dirmi gli Ortega.»
«Bravo... la bambolina resta a te. I thai dovevano averlo capito e sono andati da Rodrígez a prendersi i soldi. Gli Ortega sono arrivati leggermente in ritardo e invece di trovare i thai per poco non beccavano me.»
«Un bel casino.»
«Maurice, guarda che nessuno ci costringe... e poi...»
«Poi?»
«Ecco... ci sono un po' di cose che non mi tornano.»
«Spara.»
«Come è venuto in mente a Rodrígez di fare una cosa del genere? Non è un criminale professionista.»
«Ricatto di Ortega?»
«Forse, andiamo avanti. Come hanno fatto i thai a sapere del doppio gioco?»
«Questo lo so.»
«Illuminami.»
«Ho cominciato a chiedere un po' in giro riguardo a questo gruppo di thailandesi. A quanto pare si sanno muovere bene. Hanno poca gente, ma molto tosta e probabilmente ‒ ma questo lo sto verificando ‒ hanno base nella città con la comunità thai più grossa. Indovina?»
«Uhh... Panama?»
«No.»
«Dai questa non la so. Vai avanti.»
«Colòn. E a quanto pare stanno lavorando con qualcuno del posto per avere tutte le informazioni possibili sui movimenti di chi non è dei loro. Non ti fa suonare una campanella d'allarme?»
«No... aspe—MERDA!»
«Esatto! Sei contento di aver avuto quello sconto adesso?»
«Non è detto che ci abbia venduto.»
«Forse no, ma fossi in lei non nasconderei a quel gruppo di thailandesi il fatto che ci sono due come noi sulle loro tracce. Fattore sorpresa a puttane. Dimmi un po', in quanto tempo ti ha recuperato i dati su Rodrígez?»
«È stata molto veloce...»
«Ah! Perché aveva già tutti i dati, e si è pure fatta pagare quella stronza.»
«Dì un po'... hai finito lì, Maruice?»
«Sì.»
«Vediamoci da Anna. Ora è lei la nostra pista.»