domenica 18 marzo 2012

Agente ad eliminazione selettiva

From "Unusual universe" concept

Tutta la galassia passava per il Goddard Exchange Center di Proxima Centauri: era il più grande hub merci della via lattea.
Rob era in coda, attendeva di pessimo umore il suo turno per scaricare la merce presso il dock 11 sul circuito di attesa 3. Amava il suo lavoro, però odiava sia il GEC che il suo carico; il primo perché sempre troppo dannatamente affollato, il secondo perché da anni, sotto consiglio del suo socio Ian, non trasportava che fango ferritico al 3,5%. La merce a più basso valore di tutto l'universo
Ricevette il permesso di attracco e portò la sua motrice Hauler 125 D-Special con i 5 rimorchi in coda al punto prestabilito. Si slacciò le cinture inerziali e si diresse verso l'uscita con i documenti, lasciando a Ian le operazioni di scarico. Lui sarebbe andato a trovare un altro lavoro e giurò su Zarquon, il sole ed un paio di buchi neri supermassivi, che non sarebbe stato altro fango ferritico. Sé ne fregava che fosse il materiale più sicuro da portare in giro
Lasciò tutti i documenti al personale della stazione per poi dirigersi alla sala scambi per i trasportatori freelancer.

Il salone era caotico come sempre. Centinaia di megaschermi e ologrammi sponsorizzavano questo o quell'altro lavoro. Rob voleva finalmente sfruttare il fatto di aver comprato al tempo la versione D-Special, quella che aveva lo spazio interno pressurizzato e riscaldato per cinquanta container navali. Passò una trentina di minuti tra alieni di ogni razza che proponevano lavori o materiali assurdi (come un putrescente lumacone Ro'org in giacca e cravatta che l'aveva pregato di trasportare un carico di insetti molesti per un banchetto su Volkron 12) fino a quando non vide un annuncio sul terminale della Infestolution Bioresearch.
'Cercasi trasporto pressurizzato e riscaldato per agente ad eliminazione selettiva di piccoli mammiferi parassitari infestanti sul pianeta in terraformazione Iris. 40 container navali. Urgente. Sedicimila crediti alla consegna ‒ solo se puntuali ‒ con spese di carburante e ammortamento cyberspazio a parte'.
Un affare. Prese la touch-pen del terminale e firmò il contratto elettronico lasciando i riferimenti.

Mentre tornava alla motrice gli arrivò al palmare la conferma della IB e i dettagli sulla consegna alla loro motrice, prevista nell'ora successiva. “Ian sarà entusiasta” pensò.

Ian non lo era affatto, sembrava più incazzato che altro.
«Dimmi cosa non va bene»
«È pericoloso portare un'arma biologica... è un richiamo per i pirati spaziali.»
«E tu non avvisarli»
«Ma sarai idiota. Iris è nel mezzo dei sistemi periferici, se ci attaccano non ci sarà alcuna polizia»
«La sorveglianza dei terrafor—»
«Sì, certo! E secondo te quelli si mettono ad attaccare i pirati? Aspetteranno che avranno finito per venire a raccoglierci con il cucchiaino»
Il palmare di Rob cominciò a suonare. Era il corriere.
«Ormai non ci tiriamo indietro», disse mentre si dirigeva all'ingresso della zona merci con il palmare in mano, «quindi vedi di calcolare una rotta sicura e sperare che non assaltino»

L'ultimo colpo di laser delle navette pirata portò a zero il livello degli scudi di assorbimento di energia.
Rob attivò la radio «Vabeneciarrendiamociarrendiamo!»
«Adesso l'hai piantata di fare il cazzone, eh? Ferma la nave e attiva l'airlock di scambio, salgo a bordo con i miei uomini.»
Rob fermò la motrice e guardo Ian.
«Ci uccideranno?»
«Non lo so, ma se non ti uccideranno loro, lo farò io»

Il capo dei pirati era un pinguino blu e bianco alto un metro, con una cicatrice su un occhio, un braccio (se di braccio si può parlare) cibernetico e una gamba di legno dal piede leonino come quella di un vecchio tavolo. Era seguito da altri due scagnozzi umanoidi. Entrarono nel vano di carico seguendo Rob e Ian.
«È questa l'arma chimica?», indico con la piccola pinna uno dei container.
«È lì dentro, sì»
«Apri il container»
Aprirono le porte. L'interno era stipato di casse di polimeri.
«Portatemi qua una di quelle scatole.»
Rob e Ian sfilarono una cassa per la maniglia. Sul fianco c'erano stampate le istruzioni; l'unico comando era un selettore rotondo ora importato su SLEEP. Poggiarono la cassa ai piedi del pinguino che continuava a fissarli con aria truce. Si chinò, lesse le istruzioni e spostò il selettore su LIVE. Subito si levò dalla cassa un miagolio.
Tutti si congelarono sul posto. Rimasero così per una decina di minuti mentre il gatto dentro la cassa continuava a miagolare. Senza dire una parola il pirata e i due scagnozzi, paonazzi in volto, tornarono dentro la loro astronave e si allontanarono. Allo stesso modo i due soci misero tutto a posto e raggiunsero Iris, il pianeta infestato dai topi.

Mentre scaricavano il materiale, Rob era alla ricerca di un piccolo lavoro per non tornare indietro a mani vuote. L'uomo del dock gli riferì che alcuni laboratori locali avevano munto diversi ettolitri di latte alla tela di ragno; ora servivano urgentemente ad una raffineria attorno a Beletelgeuse.
Rob si guardò attorno indeciso, «Non è che avete del fango ferritico?»

2 commenti:

  1. mmmmmmmmmmmmmmmm..... non l'ho capita molto bene.... sarà che non sono un grande appassionato del genere, ma trovo questo scritto stravagante e surreale.

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  2. Rispetto ai miei soliti standard, qui siamo in una situazione più comica che altro. Spero che questo un po' sia trasparso.

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