sabato 30 giugno 2012

Affare fatto

Capitolo 3 - Affare fatto

CJ si rianimò dall'attimo di stupore che l'aveva bloccata. Prese tra le mani la SDHC e la allungò a Madonna.
«Passala prima allo scanner e poi inseriscila sul terminale offline di test. Io resto qui con Moreaux e vediamo che succede.»
Mi rilassai sullo schienale del divano. Ormai era fatta.
Madonna si alzò e scomparì in una delle stanze laterali. Nel frattempo CJ non mi voleva schiodare gli occhi di dosso, mettendomi nuovamente a disagio.
«Di cosa avevate paura?»
Continuo a fissarmi senza rispondere.
Non passò un minuto che Madonna riaprì la porta della stanza facendo capolino.
«Niente di strano nello scanner.»
Dopo quella frase lo sguardo di lei sembrò alleggerirsi.
«Credevi davvero che ci sarebbe stata un'antenna?»
«Non sai mai cosa aspettarti di questi tempi.»
«È un brutto periodo?»
«Siamo in India. Colpa della quarta... sta rovinando tutto.»
«La genera—»
«OMMADONNA VIENI A VEDERE!»
CJ si alzò di scatto dalla poltroncina e si diresse in camera. Mi alzai e, dato che non fece obiezioni, la seguii dentro la stanza. Quando guardai al suo interno rimasi immobile sull'uscio. Avevo sentito tante leggende metropolitane sulle sale di navigazione, ma non ne avevo mai vista una dal vivo.
Nel centro c'era una poltrona che ricordava una sedia da dentista, solo che aveva una grossa asola che lasciava scoperta la spina dorsale. A fianco dell'asola c'era una specie di grosso pettine che teneva in ordine undici cavi con dei grossi jack che ricordavano quelli delle vecchie cuffie audio da 6,35mm, ognuno marcato con una fascetta di colore differente ed uno coassiale più sottile con innesto a baionetta. I cavi terminavano in una serie di grossi case di centraline hardware impilati su un rack. Di fianco una struttura gemella era stracarica di unità di calcolo collegate sia alla prima, tramite una serie di cavi piatti e larghi, sia ad un terminale che trovava posto su di una scrivania adiacente. Lì, davanti ad un vecchio triplo monitor a OLED sedeva Madonna, con una mano su una tastiera e l'altra su un mouse ottico. Nonostante l'affollamento sul quel lato della stanza, c'era ancora spazio per un altro rack. Dall'altra parte della stanza trovava posto un tavolo da lavoro, o almeno così potevo dedurre dallo stagnatore e da una serie di attrezzi a me sconosciuti, occupato da due laptop (anche se uno sembrava qualcosa di differente) ed uno sgabello regolabile in altezza. In un angolo, tutti i cavi alimentazione andavano a confluire in un grosso gruppo di continuità. Anche se era la prima volta che vedevo un posto simile, il ronzio incessante delle ventole di raffreddamento e l'odore elettrico dell'aria ionizzata accomunavano quella stanza a tante altre sale a me molto più familiari. Certe cose non cambiano mai.
«Guarda questa roba, oddio guardala!»
«Non ci capisco quasi niente Madonna, lo sai.»
Madonna si girò verso di me con gli occhi lucidi.
«Lo sapevo, lo sapevo che esisteva!», poi si girò verso CJ, «Questa volta facciamo il botto CJ»
«Attento che non ti scoppi in mano piuttosto... guardatelo con calma.»
«Farò prima se...», il tecnico indugiò su di me, «sarebbe meglio se facessimo una chiacchierata io e te.»
«Ti fidi?», lo interruppe CJ e Madonna rispose annuendo con aria solenne.
«Non hai idea di cosa ho visto lì dentro.»
CJ puntò di nuovo sul monitor dove stavano scorrendo righe di codice di programmazione di basso livello, incomprensibile per chi non fosse del settore.
«Già», rispose lei, «proprio non ne ho idea.». Poi si guardò attorno indecisa e riprese a parlare verso di me. «Sei fortunato Moreaux. Accetto il tuo lavoro. Sei nel gruppo.»
Dentro di me esultai, ma non feci trasparire niente. Forse mi vide accennare un sorriso, che lei ricambiò con gli occhi.
Si girò verso Madonna «Vedi se riesci a trovare una seconda ad un buon prezzo e poi senti Poyorena. Moreaux?», mi girai verso di lei, «Madonna ti porterà al mercato, io intanto comincerò a montare il rack per le tue centraline, così ottimizziamo il tempo a disposizione. Preparati ad imparare. Ti installeremo una IRV.»
Madonna chiuse le mani rumorosamente e cominciò a sfregarsele mentre usciva dalla stanza.
«Vado a prepararmi. Tu vieni così?», disse guardandomi
«S-sì. Perché?»
«Togliti quella giacca, urla “sono uno straniero pieno di soldi”.», rispose CJ per lui. Annuii.
«Ce li hai un po' di contanti?»
«Qualcosa.»
«Ottimo, devo prendere qualcosa di poco tracciabile.», Madonna mi tirò un'amichevole pacca sulla spalla e poi uscì dalla sala navigazione per chiudersi nella stanza dalla quale era uscito quella mattina.

Nessun commento:

Posta un commento